Il sistema fiscale italiano è non solo uno dei più cari per le imprese, ma anche uno dei più farraginosi.
L’imprenditore, con l'ausilio del commercialista, deve effettuare un’attenta pianificazione fiscale, applicando soluzioni finalizzate ad ottenere la massima detraibilità Iva e deducibilità di alcuni costi per i quali il fisco appare eccessivamente aggressivo.
Uno di questi casi à senz'altro quello relativo alle spese relative alle autovetture, per le quali il fisco sembra ignorare che l’uso è sempre prevalentemente (almeno) aziendale.
Se l’auto è intestata all’azienda delle spese per l’acquisto e l’utilizzo dell’auto detrarrà solo il 40% dell’Iva esposta in fattura e dedurrà solo il 20% del costo.
Facciamo un esempio: se una S.r.l. sostiene una spesa annuale di 5000 euro + iva (1100 euro), a fronte di un esborso di 6100 euro recupera solo 440 euro di Iva e 1358 euro di imposta (ires).
Un risparmio fiscale esiguo ed iniquo che porta a valutare ipotesi alternative più favorevoli, di seguito esemplificate:
Tipologia |
Iva detraibile |
Costo deducibile |
Agenti di commercio |
100% |
80% |
Autocarri |
100% |
100% |
Auto in uso promiscuo al |
Possibile detraibilità Iva al 100% |
70% |
Tralasciando il caso degli agenti di commercio, il cui status di agente gli concede il trattamento fiscale suindicato, alcune precisazioni le meritano le altre due casistiche.
L’immatricolazione come autocarro appare una facile via di uscita ma in realtà è ingannevole.
Anzitutto l’autocarro deve rispettare almeno una tra le caratteristiche fissate dal DL 233/2006 relative al tipo di carrozzeria, numero di posti, rapporto potenza/portata minore di 180. Inoltre possono circolare solo gli addetti al trasporto (niente famiglia dunque).
Particolarmente interessante appare l’uso promiscuo dell’auto aziendale di un dipendente.
Se l’azienda affida la sua auto in uso promiscuo ad uno o più dipendenti per la metà più uno dei giorni dell’anno, o di possesso se inferiore, calcolando prima e sterilizzando poi il benefit calcolato in base alle tabelle ACI, può detrarre il 100% di Iva e dedurre il 70% di tutti i costi sostenuti annualmente per quell’autovettura.
In questo caso che l’utilizzatore potrà servirsi del mezzo non solo per il tragitto casa – lavoro, ma anche per l'uso privato, da cui ne deriva un benefit, determinato in misura convenzionale secondo le tariffe Aci.
Tali tariffe si differenziano a seconda della data di assegnazione dell'autovettura al dipendente e della data di immatricolazione.
Per le assegnazioni effettuate fino al 30 giugno 2020 il benefit ammonta al 30% della tariffa ACI prevista per la relativa autovettura. Per le assegnazioni effettuate dal 1° luglio 2020, di auto immatricolate da questa data, la percentuale varia a seconda dell'emissione di CO2 del veicolo, rilevabile dal libretto di circolazione.
Tuttavia qualora ci sia un accordo tra azienda e dipendente, in base al quale quest'ultimo paghi un importo almeno pari a quello previsto dalle tabelle ACI, il benefit viene "sterilizzato" e quindi non sarà più una voce della busta paga. L'azienda provvederà ad emettere fattura al dipendente, il che le consentirà però di detrarre l'Iva sui costi del veicolo.
La procedura, la sua fattibilità ed il calcolo di convenienza vanno ovviamente visti caso per caso con il singolo Cliente.
Ricordiamo infine che qualora invece l’amministratore dell’azienda o un dipendente utilizzino l’auto personale nell’ambito di una trasferta aziendale è possibile attribuirgli un rimborso chilometrico, sempre calcolato in base alle tabelle Aci e dimostrabile con apposita documentazione.
Lo Studio è a disposizione per qualsiasi approfondimento necessario.
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